Il compito

Quando Marco tornò a casa, si fermò in cucina per mangiare qualcosa.

I compiti lo stavano aspettando ma l’allenamento gli aveva messo una fame da lupo, anzi da tigre.

Le fette di pane già tagliate, con burro e marmellata, erano la merenda che preferiva in questo periodo della vita e ormai era diventato pratico nel prepararsela.
Un succo completava il tutto.

Finita la merenda si avviò verso la sua camera per sedersi alla scrivania ma proprio nel momento in cui natiche e sedia vennero a contatto .. “Marco, non dimentichi niente?”

Un rapido dietro front dei ricordi gli fece rivedere la scena nella quale rimetteva burro, succo e marmellata in frigorifero, il pane nel cassettone e piatto con bicchiere e posate nel lavello della cucina. Che altro mancava?
“Marco, allora?”

Il suo film a ritroso era giunto al titolo di inizio, anche volendo non avrebbe trovato altro materiale da visionare.
“Andiamo a sentire cosa ho combinato ..” Marco si alzò dalla sedia per dirigersi verso la cucina ma Giulia nel frattempo era già arrivata con passo marziale verso la sua camera con la soluzione in bella vista.
“Ah già, lo zaino di rugby … scusa”

“Eh si, vanno bene le scuse ma ancora meglio è ricordarsi di fare le cose. Lo sai quali sono i patti, tu giochi e ti divertiti, io pulisco e ti accompagno ma nel mezzo teniamo in ordine assieme la casa. Ognuno ha il suo compito.”

Marco annuì e mise a posto le cose del rugby.

I panni sporchi tra la biancheria, se non dentro una busta perché infangati, le scarpe nella scarpiera dietro la porta con dentro dei fogli di giornale accartocciati per togliere l’umidità sempre che non fossero anche queste infangate; in tal caso dovevano essere lavate subito e avvolte nei giornali per renderle disponibili al prossimo allenamento.
In ultimo lo zaino sotto la scrivania.

Mamma Giulia avrebbe provveduto a lavare i panni, almeno fino a quando un giorno non gli avesse insegnato come fare una lavatrice.

Marco sperava di andare a giocare al parco quel giorno.

Mentre completava  il compito di matematica, Giulia gli disse che era arrivata una email dalla società di rugby che preannunciava un torneo per quel fine settimana.
L’euforia invase Marco mentre Giulia invece era pensierosa e stava guardando lo smartphone.

“Tua sorella domenica va a teatro e noi pensavamo di andare alla mostra che fanno in centro, quella di cui ha anche parlato la tua maestra, credo ci sarà anche lei …”
“Sai che faccio? Sento le altre mamme” e uscì dalla stanza di Marco il quale sapeva che in questo momento era inutile insistere.

Di solito il club di rugby avvisava con anticipo le date delle partite ma forse questa volta erano stati chiamati da altri club per un nuovo torneo o magari un club straniero passava vicino al campo domenica e voleva giocare con loro.

Questi e altri pensieri invadevano la mente di Marco che riuscì lo stesso a finire il compito di matematica.

Intanto il pomeriggio era finito e, disteso sul letto, guardava i poster appesi sul muro.

Quello dello stadio di Twickenham era pieno di dettagli da memorizzare e di momenti da ricordare.