Domani

Le altre partite furono combattute ma la squadra di Marco ebbe comunque la meglio. riuscendo a classificarsi prima del girone.
Il calendario prevedeva ora il terzo tempo per poi svolgere semifinali e finali nel pomeriggio.

Il terzo tempo è il momento conviviale a cui tutte le squadre partecipano al termine della partita. Il club di casa offre il pranzo a tutti i giocatori che si ritrovano a tavola con chi hanno affrontato poco prima. Non c’è rugby senza terzo tempo.

Marco era fiero della sua squadra e di come aveva giocato. Anche Mary appariva soddisfatta e nei cerchi prima di ogni partita aveva dato serenità e indicazioni specifiche per ogni giocatore. Il risultato era stato che nessuno si sentiva escluso dalla squadra e il clima era ottimo.

In fila per mangiare, Marco cercò l’altra squadra del club che vide già seduta a tavola con un piatto di pasta al sugo davvero invitante. Chiamò Michele a gran voce che si girò cercandolo. I due sguardi si incrociarono ma il passaggio di una squadra di under 12 interruppe il dialogo a distanza.

Le due squadre si ritrovarono dopo il terzo tempo all’ombra di una grande quercia. Michele riferì che erano arrivati secondi per differenza mete e che avrebbero giocato per i posti dal quinto all’ottavo. Il compagno di classe non appariva sereno, e Marco sapeva quanto sia fastidioso arrivare così vicino al risultato.

L’arrivo dei genitori con dolci e frutta secca fu accolto con entusiasmo da tutti.
Giulia si intrattenne a parlare con Mary mentre Riccardo girava tra i ragazzi offrendo caramelle al miele.

Marco si avvicinò alla madre che lo accolse con un sorriso e un braccio a cingergli le spalle mentre continuava il suo dialogo con l’educatrice.
“Allora si farà Mary?” “Credo proprio di si, ho contattato lo Shiplake e organizzato con loro la trasferta. Per le vacanze di Pasqua saranno qui da noi, dobbiamo organizzarci per la sistemazione e tutto il resto.”
“Ma di cosa state parlando mamma?” chiese Marco.
“Ti ricordi quei ragazzi con i quali giocavi a Londra? Beh verranno qui da noi per stare un po’ con te e i tuoi compagni. Mary, che mi insegnava al corso, ha pensato a tutto.”

Marco fece le addizioni unendo fattori nuovi a quelli vecchi e il risultato era una novità assoluta, strana ma bella. Gli capitava spesso di ritrovarsi in situazioni che alla fine erano deducibili da fatti e informazioni noti a tutti ma, non sempre la sua vita da ragazzino di nove anni riusciva a metterle assieme. Sonia si divertiva allora a prenderlo in giro rammentandogli di tornare sulla terra e Marco si arrabbiava con lei perché con se stesso lo aveva in realtà già fatto.

“E poi Mary verrà in classe tua come esperta di inglese per un progetto che sta facendo con la maestra Sara” continuò a dire Giulia.

“No, va bene, questo è troppo. Ora ho un torneo da vincere” disse tra sé Marco.
“Ci penserò domani”.

Domani.








Finisce qui “Minirugby, l’ovale che mi spiega la vita”
L’autore sta lavorando al seguito della storia.
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