Una strana giornata

Il giorno dopo il primo allenamento c’era un altro momento importante da affrontare: l’inizio dell’anno scolastico.

La maestra Sara si era posizionata davanti al portone in legno della scuola, sorridente e raggiante nel suo vestito azzurro.
“Ciao Marco, bentornato! La nostra aula è la stessa dello scorso anno, a dopo”.

Marco sapeva che avrebbe incontrato anche Michele e Filippo, Davide e Paolo erano assieme in un’altra sezione.

I compagni di classe si ritrovarono tutti davanti alla porta dell’aula al primo piano ma non riuscirono ad entrare perché era chiusa a chiave. Il bidello Mario era stato già chiamato ma quando arrivò, la sua unica risposta fu una risata e, girate le spalle, se ne andò scrollando divertito la testa.

Tutti si stavano chiedendo cosa stesse succedendo, le altri classi iniziarono ad entrare nelle loro aule, le porte si chiusero e loro rimasero in silenzio in una scuola surreale, affollata ma deserta.

Lo smarrimento continuò fino a quando non arrivò la maestra Sara accompagnata da una bambina dai grandi occhi verdi chiari.

“Ma che ci fa lei qui?” si dissero a bassa voce i tre compagni di squadra.
“Ciao a tutti, bentornati e prima di iniziare, volevo presentarvi Luisa che quest’anno sarà con noi.”

Un vicendevole saluto tiepido e curioso fece da rompighiaccio.

Del resto la classe chiusa a chiave era ancora il maggiore dei problemi da risolvere e la maestra non stava dando nessun indizio utile.
“Come avete visto, la nostra aula è chiusa e io non ho la chiave.”

“Evviva, si torna a casa!” fu la lungimirante soluzione che Andrea trovò mentre, zaino in spalla si diresse verso le scale.
“Ok, andiamo tutti a casa” fece la maestra Sara e si incamminò anche lei verso le scale.
Il gruppo si mosse come legato da un filo invisibile al vestito della maestra ma qualcuno iniziò a domandarsi che strana giornata fosse mai questa e come si poteva tornare a casa se i genitori erano al lavoro.

Ma Andrea e la maestra non si fermarono, non era uno scherzo, iniziarono a scendere le scale sino all’ingresso e uscirono fuori nel cortile della scuola.
La maestra Sara non sembrava volersi ancora fermare e si diresse verso il cancello in ferro che segnava il confine tra il mondo della scuola e quello del mondo dei grandi dove bisogna stare attenti ad attraversare la strada.

Proprio in quel momento un grande autobus giallo si fermò davanti ai piedi della maestra con una sonora frenata, aprì la porta e la maestra vi salì facendo cenno con il braccio a tutti i suoi alunni di seguirla.

Marco, Michele, Filippo e Luisa la seguirono.