Alla Federazione Italiana Rugby dovrebbero organizzare un corso che possa spiegare a noi educatori l’arcana alchimia capace di far arrivare al campo di allenamento bambini iper vestiti e bambini seminudi, zaini e borse ricolme oltre la capienza tanto da far apparire solo due esili gambe semoventi e borsoni colmi di un equilibrio dinamico di particelle di materia e di antimateria in continuo annichilimento, il vuoto.
Diamo spesso la colpa alla mamma ma poi scopriamo che è stata la nonna, la quale con prontezza d’altri tempi indica come un metronomo alternativamente il proprio marito o quello della figlia; abbiamo cercato di capire se fosse stato lo zio paterno o il fattorino dell’UPS, ma alla fine del sondaggio abbiamo appreso che il rugby scatena un senso materno in tutti quelli che si avvicinano allo zainetto e nascostamente ognuno mette un indumento.
Abbiamo aperto degli zaini a caso ed il record attuale risulta essere di 8 (OTTO) calzini di ricambio, ma anche di 0 (ZERO) ciabatte per fare la doccia. Seguono poi in classifica quelli senza accappatoio o gli immancabili senza mutande, ma su tutti vorremmo spadroneggiasse quello che lo zaino lo fa da sé.
Serve un percorso di crescita, costante, non lento ma personale, ed abbiamo quindi preparato una check-list che ogni bambino dovrebbe avere stampata nell’anta interna dell’armadio o plastificata nella tasca dello zainetto in modo che anche al ritorno possa riportare tutto quello che ha preparato … LUI!
Grazie per camminare con noi nel percorso chiamato autonomia.