Alla fine è arrivato. Il freddo autunno stava alle porte ma nessuno si aspettava che le spalancasse così all’improvviso. Compaiono allora i primi bambini che puoi riconoscere solo dagli occhi, che come con un burqa di lana vanno e vengono da scuola, bevono cioccolate calde per aumentare la sensazione di caldo corporeo, hanno doppi calzini e qualcuno ancora il pigiama felpato sotto il grembiule. Succede anche che qualche bambino viene preso all’uscita di scuola da una mano diversa “perchè sembrava il mio così ben coperto”.
Ma il pomeriggio, subito dopo pranzo, con quel calendario fitto di attività che solo a pensarci ti viene caldo per tutti gli spostamenti che comporta, fioriscono dialoghi come questo:
“A rugby ci vado?”“Ma con questo freddo, vuoi prenderti un malanno?” “Ci andrai la prossima volta, oggi hai tanti compiti”“Ma domani ho 5 ore di ricreazione”” E allora mangia così ti avvantaggi” “Ti preparo qualcosa di caldo, la polenta con i formaggi fusi?”“Ma domenica giochiamo …”“Vedrai che l’annullano”“Ma è rugby, si gioca sempre!”“Ieri ho sentito dire che quest’anno Natale arriva il 25 dicembre”“Ma …”
Ma come si fa a giocare con questo freddo?
Il rugby, come tutte le attività sportive, attiva la muscolatura attraverso il movimento e con l’aumento dell’irrorazione sanguigna produce l’aumento della temperatura corporea. La conservazione della temperatura corporea è quindi data da 2 fattori essenziali: il mantenimento del movimento (ritmo) e l’uso di adeguati capi di abbigliamento. Nell’era tecnologica, i tessuti sintetici hanno ormai superato la lana sia per capacità termica che per leggerezza e tenuta nel tempo. Ma senza entrare nel dettaglio di cosa esiste in commercio ci preme sottolineare l’altro fattore di competenza esclusiva degli allenatori: un ritmo adeguato, mantenuto durante la seduta di allenamento, oltre a generare calore con costanza, è meritevole anche di un migliore apprendimento delle esecuzioni in quanto viene elevato il numero delle ripetizioni in un tempo di concentramento minore. Al termine dell’allenamento una doccia calda favorisce il recupero psico-fisico e riporta la temperatura a valori adeguati all’attività basale.
Non esistono ricette segrete o ingredienti particolari anche perchè la regolazione termica è un fenomeno individuale che va allenato senza eccedere né con l’iperattività fisica né con l’ipervestizione.
Rimanere a casa è un’opzione ma il rugbysta preferisce allenarsi a superare le difficoltà. C’è chi la chiama scelta.